Ritratti di città dal ‘400 all’800 al MAX di Chiasso
Il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) inaugura un nuovo fil rouge dedicato alla memoria con la mostra “Imago Urbis. La memoria del luogo attraverso la cartografia dal Rinascimento al Romanticismo”, a cura di Cesare de Seta, Professore emerito all’Università degli Studi di Napoli Federico II, e Nicoletta Ossanna Cavadini, Direttrice dello stesso museo e dello Spazio Officina di Chiasso.
L’esposizione offre un’ampia selezione di carte geografiche, piante e vedute di città che trovano diffusione a partire dal XV secolo grazie all’invenzione della stampa.
I primi ritratti di città sono databili all’ultimo trentennio del Quattrocento e la loro manifesta intenzione è quella di mettere in scena la bellezza, la prosperità e la grandezza di capitali dell’Occidente. Un importante corpus esposto per la prima volta al m.a.x. museo proviene dalla Raccolta di carte geografiche della Stamperia della Real Casa Borbonica e consente di avvicinarsi al fenomeno della trasmissione di conoscenza dei luoghi tramite mappe e carte topografiche, più genericamente vedute di città. Attraverso la mostra si desidera mettere in luce anche il lento spostamento del baricentro della produzione a stampa, che nel corso del Seicento si trasferisce dall’Italia alla Svizzera, alla Germania, ai Paesi Bassi, quindi in Francia, Spagna e Inghilterra. Importanti centri propulsori della grafica sono Firenze, poi Basilea e Norimberga.
Una sezione particolare è dedicata al Canton Ticino e all’area insubrica con piante e vedute di città situate lungo l’asse di percorrenza nord-sud: da Bellinzona a Locarno, da Lugano a Mendrisio fino a Chiasso e Como. Presente in mostra anche la prima carta a inchiostro e acquarello del territorio del Sottoceneri (baliaggi del Luganese e del Mendrisiotto), disegnata da Pietro Neurone nel 1780, conservata presso la Zentralbibliothek di Zurigo.
Max D’Amato
m.a.x. museo
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